Quello che rimane, produzione Centro studi, ricerche e documentazione Sicilia/Europa ‘Paolo Borsellino’, nasce da un’idea di Michele Di Dio, nominato dal Centro Studi componente Esperto della Commissione di Valutazione del concorso scolastico Quel fresco profumo di libertà, indetto nel 2013 in collaborazione con il MIUR per promuovere presso le scuole l’impegno sui temi della legalità, della lotta alle mafie, della cittadinanza attiva, della pace e dell’ intercultura attraverso la realizzazione di video, film, documentari, prodotti dagli studenti di ogni ordine e grado.
Il film ha avuto la sua presentazione ufficiale a Bruxelles il 4 dicembre 2013, presso la sala conferenze dell’Europarlamento, nell’ambito della manifestazione Cultura della legalità e cittadinanza attiva: un impegno per l’Europa, in occasione della cerimonia di premiazione dei video delle scuole vincitrici del concorso. Va ricordato, anche per il particolare significato che riveste in riferimento ai temi trattati dal film, che nell’ambito della medesima manifestazione è stata intitolata un’aula della Commissione Europea alla memoria di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone.
Nello spirito che contraddistingue ogni collaborazione con il Centro Studi Paolo Borsellino, in forma assolutamente gratuita, Essi hanno voluto mettere a servizio di un’ideale di impegno etico-civile, culturale e politico il proprio tempo e le proprie professionalità, realizzando un prodotto che sintetizza bene, fin dal titolo e in un linguaggio efficace, gli scopi stessi dell’Associazione, l’orizzonte d’intenti cui ispira la propria opera.
Quello che rimane non è passato, non è a carico di una memoria ‘contenitore’, non è il ricordo che giace al fondo, non posa. Quello che rimane abita le coscienze, le attraversa, le lascia attonite nel sibilo inquietante della devastazione totale, mentre, dentro e fuori, fantasmi in chiaroscuro popolano scenari di disperazione, e ogni gesto è solo ombra di un’umanità ormai totalmente smarrita a se stessa.
Infranto lo specchio della realtà, fiumi umani, e mani come ventagli accompagnano feretri carezzandoli. Il canto straziante del sacrificio estremo dei giusti è Quello che rimane.
“Io sono l’Angelo della realtà, / intravisto un istante sulla soglia. / Non ho ala di cenere, né di oro stinto, / né tepore d’aureola mi riscalda. / Non mi seguono stelle in corteo, / in me racchiudo/ l’essere e il conoscere. / Sono uno come voi, e ciò che sono e so / per me come per voi è la stessa cosa. / Eppure, io sono l’Angelo necessario della terra, / poiché chi vede me vede di nuovo / la terra, libera dai ceppi della mente, dura, / caparbia, e chi ascolta me ne ascolta il canto / monotono levarsi in liquide lentezze e affiorare / in sillabe d’acqua; come un significato / che si cerchi per ripetizioni, approssimando. / O forse io sono soltanto una figura a metà, / intravista un istante, un’invenzione della mente, / un’apparizione tanto lieve all’apparenza / che basta ch’io volga le spalle, / ed eccomi presto, troppo presto, scomparso? (L’angelo necessario, Wallace Stevens).
La qualità della memoria è però interprete e custode della qualità dell’esperienza del tempo. Se ‘memoria operante’ consegneremo, Quello che rimane è genesi e catarsi, si rigenera ad ogni passaggio di consegna, dipende da noi, dalla nostra capacità di essere uomini per altri uomini, cittadini per altre città, presente per il futuro, capaci forse di cambiare il mondo, ma innanzitutto di ‘cambiare il tempo’.
Sicché i ragazzi guardino il futuro, il bambino trovi eterno il racconto della forza idee, e ponti su cui viaggiare scoperte di mondi migliori, e ragioni irresistibili, e interessi superiori, talmente grandi da poter pensare alla propria vita come ad una crescita tendente all’infinito.
Maria Tomarchio
Presidente Centro Studi Ricerche e Documentazione Sicilia/Europa “Paolo Borsellino”